Le mie tre bolle di Capodanno

 

Ho tre etichette nel cuore, tre bolle a cui sono particolarmente affezionato. Anche il gusto ha i suoi sentimenti.
La prima è l’Almerita Brut; c’è un profondo rapporto di grande stima con la famiglia Tasca d’Almerita, al punto che ho chiesto spesso ai figli del conte se potessi essergli fratello.
Questo spumante, metodo classico, nasce nella tenuta di Regaleali, su un terreno sabbioso, con un microclima molto particolare. Riposa ventiquattro mesi sui lieviti e in bocca affiora prima la crosta di pane e poi un fruttato con note di sambuco e di ananas. È un vino strutturato e quindi complesso con un perlage persistente.
La seconda etichetta che consiglio è la Gran Cuvée Krug, uno champagne pazzesco che riunisce 120 vini di una decina di annate diverse. Un vino longevo che in bocca e al naso sa di pane tostato, nocciole, torrone, mandorle, marzapane, fino ad arrivare a note agrumate. Lo berrei anche insieme a della selvaggina o a un pollo Aia Gaia. La Gran Cuvée è una bolla da masticare e vale per festeggiare ogni migliore momento possibile della vita.
Il terzo, Ferrari 2007, riserva Fratelli Lunelli, è, secondo me, una bolla da bere a tutto pasto, senza limiti di carne, pesce o dessert, un grande, magistrale spumante italiano. Fatto con il meglio delle uve Chardonnay, già incanta l’occhio per i suoi riflessi dorati. In bocca, ritrovi sentori di lieviti e spezie. Potrei abbinarlo a una tartare di carne di Giuseppe Grasso, a una scaccia di melanzane e formaggio ragusano o un pesce all’acqua pazza.

Ciccio Sultano
mente pratica