In cammino

Coppia è quando quasi non si vede.
Ciccio e Gabriella, il cuoco e la signora del Duomo, sono l’acqua che bolle e il tovagliolo stirato, il modo di toccare la materia, di sezionarla per farla saltare fuori e la capacità di osservare cose e persone, sono l’istinto e l’attenzione, la decisione da prendere che per quanto rapida, complessa, va poi sostenuta con fermezza. Coppia è stare insieme per un progetto
che ti trascende, ma ti inchioda ogni santo minuto della giornata a una storia e a un luogo.

La storia è la storia della cucina siciliana,dominata da tantissimi influssi, ma sapiente e, quindi, libera di trasformarli, custodendo la tradizione e sperimentando. Isola di isole, isola continente,
estesa quanto lo sono alcuni stati dell’Europa
del nord, isola mondo che ha preso casa a Ragusa Ibla.

Cosa Faccio

«Io sono un cuoco, uno che trasforma i prodotti
in cibo, che utilizza tutti i cinque sensi con una propensione per il gusto e il tatto. Assaggiando
e toccando, conosci ed elabori la prima impressione. Poi, entra in gioco anche la mente, ma innanzitutto
c’è un contatto diretto. Una fisicità».
Per questo, perché fisica, la cucina di Ciccio Sultano è sempre in movimento tra la terra e il mare, tra i ricordi di casa e i viaggi, tra cultura alta e cultura di strada, tra un passato monumentale e un presente da conquistarsi, tra sentire e ragionare, ma sempre usando un tocco delicato. Chi ama, rispetta le cose, le vuole per sé ma vive. «Non abbiamo paura del cambiamento, perché le nostre radici corrono profonde».

Dentro il piatto

«In cucina e nei miei piatti c’è tanto di natura
e tanto di uomini. Prodotti selezionati con cura maniacale e imprese agricole e alimentari degne
di questo nome, scoperte, sostenute e incentivate
in modo da creare una rete di fiducia e conoscenze.
Come per il buon vino, la qualità si fa prima nel campo che in cantina. «Per me, all’inizio di tutto, ci sono tre elementi: l’olio, il grano e il sale. Senza di loro non sarei siciliano e non sarei cuoco. Sono loro a dare spessore e senso al logo che mi rappresenta».