Il vino del mese: Vigna Barbagalli, una vigna antica fa il vino longevo

 

«Sono piante centenarie, sopravvissute alla filossera, all’ombra del vulcano – spiega Antonio Currò, sommelier del Ristorante Ciccio Sultano – quelle da cui nasce il Vigna Barbagalli 2014, precisamente in Contrada Rampante, Area “Barbagalli”, Solicchiata, versante nord Dell’Etna. Un vino dell’azienda Pietradolce che ha profondità e longevità, capace in altre parole di farsi aspettare e continuare a sedurti.
«Questo Nerello Mascalese, coltivato a 900 metri d’altitudine, affinato in tonneax e bottiglia, sprigiona un bouquet che ricorda i gelsi neri, il ribes, le more, la rosa matura e su un piano più etereo, sentori di sottobosco, cuoio e tabacco kentucky.
In bocca è morbido, persistente, pur mantenendo una spiccata acidità che ne garantisce l’invecchiamento per i prossimi 35/40 anni.
«Suggerisco come abbinamento, la selvaggina di pelo, magari una tartare di cervo con salsa bernese francese, delle pappardelle al cinghiale o, ancora meglio, l’agnello in crosta di fave di cacao di Ciccio Sultano».
La parola di Michele Faro sul suo vino: «il Vigna Barbagalli nasce da un vigneto che vorrei definire monumentale, un bene collettivo, visto che si tratta di una vigna secolare. Sono piante che producono al massimo due chili di grappoli con piccoli acini. E per come è situata, in una piccola conca, Vigna Barbagalli è un luogo dell’anima, silenziosissimo, dove mi fermo volentieri».

Ciccio Sultano
mente pratica