Via Capitano Bocchieri, 31

Avete presente una strada barocca, né larga né stretta, giusta, che a una delle estremità ha la cupola del Duomo come sfondo? Su questa via, piccola e garbata, si apre la porta del Ristorante di Ciccio Sultano. Si apre su un interno borghese, su un appartamento, trasformato in sala da pranzo con più salette, più angoli di delizia, all’interno del Palazzo La Rocca. Lo stesso che fece da set al film Divorzio all’italiana con Marcello Mastroianni.

Bracci destri

La cucina di Ciccio Sultano continua a formare persone, a influenzarne la crescita umana e professionale.
In questa palestra, in questa jamming session che suona senza interruzione, dove si studia per saper poi improvvisare, c’è un vecchio allievo che si è fatto avanti: Marco Corallo, braccio destro ed executive chef di Sultano che ha preso il timone de I Banchi.

I menù

A leggere i menu si impara molto del carattere di un cuoco. Sono una confessione. In quelli di Ciccio Sultano, salta fuori il suo lato materico (Azzurro mare Omega 3) e sentimentale (…tre salse, tre valli, tre dialetti) condito, magari, da un piglio picaresco (Volete che faccia lo chef? e Secondi a chi…?!).
Un’attenzione particolare meritano due “liste”
Cucina alcolica, una rassegna di splendidi cocktail
e 1 cl, invito a bere con piacere e giudizio.
Spazio anche ai menu che offrono tanto a poco.

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Una grande cantina

Si scende in cantina come in una grotta delle meraviglie. Il tesoro di bottiglie è vasto e al tempo stesso puntiglioso. C’è la Sicilia, c’è l’Italia e le grandi famiglie di vini francesi, importanti verticali di annate storiche, gli spumanti, gli champagne,
i liquori rari e i vini con cui e su cui meditare.
Una cantina, curiosa e solida, specchio della cucina
di Sultano.

 

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