“Olio, sale e grano” il nuovo personal brand dello chef Ciccio Sultano

Olio, sale e grano è il nome del marchio che rappresenta, da oggi, l’attività aziendale dello chef stellato Ciccio Sultano.

Un percorso a cui si è giunti andando a ritroso nelle esperienze vissute per carpire l’essenza di ogni elemento che compone la filosofia di vita che si intende seguire.

L’essenziale è ciò su cui ho basato la mia esperienza professionale. – ha spiegato Sultano – Ho ricercato nella mia memoria quali gli elementi che mi hanno aperto scenari importanti. Tante le esperienze vissute, il cibo ideato e realizzato, la tecnica acquisita, l’estrosità di riproporre gusti della tradizione siciliana… viaggi gastronomici, alcune volte trasversali, che mi hanno sempre riportato alle origini di una cucina essenziale con una forte connotazione territoriale, quella della mia terra.

E così ‘olio, sale e grano’ l’ho considerata una terna sempre di grande attualità, perché nonostante le tante sofisticazioni a cui l’estro creativo può fare riferimento, alla fine senza i tre elementi non ha senso la cucina”.

L’olio, rigorosamente extravergine di matrice siciliana, rappresenta il fluido della vita. Sin dai tempi remoti ad esso si annettevano simboli come sacralità e spiritualità, sino a divenire simbolo di pace e valore.

Il grano è l’essenza di ogni inizio. Oltre ad essere utilizzato come una unità di misura, è stato una merce di scambio e di pagamento nelle civiltà antiche, ed è stato l’emblema mitologico della fecondità.

Il sale è lo stabilizzatore del gusto. Ma soprattutto, nella storia, è tra gli elementi basilari che garantiva la sopravvivenza. Basti pensare che all’epoca romana, i soldati venivano retribuiti con razioni di sale, dette salarium, da cui è facilmente intuibile il significato attuale, appunto il salario, dunque le spettanze che vanno a ciascun lavoratore.

Se – ha proseguito lo chef stellato – consideriamo gli elementi in modo separato non abbiamo l’idea di insieme che, sapientemente combinati, vanno a creare. Singolarmente, secondo il mio modo di intendere la materia, hanno una dignità, ma non l’essenza.

Insieme, contribuiscono a formare l’idea di cucina che io interpreto.

Dunque anche la mia filosofia aziendale doveva rispecchiare l’azione quotidiana che svolgo dinnanzi i fornelli, altrimenti sarei stato uno chef senza storia da raccontare.

La semplicità conferisce eleganza e riempie di contenuti l’idea di avere un’impresa aperta, trasparente e coinvolgente che sia in grado di cogliere sfumature ed essere testimone di un territorio che, nonostante la storia millenaria alle spalle, ha sempre tanto da raccontare”.

Affinché ciò che idealmente ha immaginato lo chef fosse visibile a tutti, bisognava creare un marchio che interpretasse il pensiero di Sultano.

Un’icona che riuscisse a rappresentare una sorta di continuum, anche in termini grafici, del processo di crescita ottenuto.

Un logotipo che fosse la chiave di volta di un’idea di svolta, rispetto quanto sinora ha identificato Ciccio Sultano.

Affinché tale trasposizione potesse essere fedele, lo chef ha affidato la reinterpretazione di sé a Carlo Scribano, il cui nome è legato a Copystudio.

Scribano già nei primi anni 2000 aveva creato il primo logo aziendale per lo chef stellato.

Era una emme estrapolata dalla scritta del ristorante ‘Duomo’ a Ragusa Ibla.

In quel caso – ha spiegato Carlo Scribano –  la consonante subiva una modifica come a richiamare la cupola di San Giorgio per dare un identificativo, anche territoriale, al luogo dove Sultano operava. A distanza di circa dieci anni, abbiamo cambiato completamente l’approccio grafico: non è più il logo legato all’ubicazione del ristorante, ma è un personal brand, ossia un brand personale.

L’approccio – ha proseguito Scribano – è di tutt’altro tipo; è legato ad un modo di intendere la cucina e le materie prime, tant’è che non si è partiti più da Ragusa Ibla o da un elemento barocco. Questo è un logo che ha un respiro internazionale, senza alcuna geolocalizzazione.

Il marchio è legato a degli elementi che sono tecnicamente indispensabili per la sua cucina, ma che sono anche i simboli per eccellenza della tradizione mediterranea.

La realizzazione finale è stilizzata, ma si è partiti da bozzetti disegnati a mano. Abbiamo stilizzato l’oliva, l’asterisco che rappresenta la cristallizzazione del sale e un singolo elemento della spiga, ossia un chicco di grano. 

schizzi oliosalegrano

Tutti e tre sovrapposti su un unico livello racchiudono un segno derivato dalla combinazione dei tre elementi che vivono sia singolarmente ma soprattutto nella fusione. Così abbiamo rappresentato un vessillo che, anziché essere connotato da componenti nobiliari o araldici, magicamente è costruito su elementi semplici, umili, basilari, ma indispensabili”.

Da dove ha preso ispirazione la scelta del nome ‘Olio, sale e grano’?

Il logo – ha spiegato Carlo Scribano – nasce dalla proposta dello studio grafico di estrapolare direttamente dall’idea di Ciccio Sultano gli elementi che avrebbero caratterizzato il suo marchio, anziché affibbiarglieli con un atto di creatività esterna. La scelta di questi tre simboli è scaturita da un lungo confronto con Sultano stesso, per cercare di identificare qualcosa che gli appartenesse fortemente. Mentre i luoghi si abbandonano o si cambiano – ha concluso il creativo di Copystudio – la sua cucina è e sarà sempre connotata dalla qualità degli elementi semplici e basilari che la cultura mediterranea offre”.

di Sabrina Gariddi