Rosso del mese: Nerobaronj

 

Ho riproposto a modo mio una famosa ricetta di Chiaramonte: la costata ripiena. Ci sono il maialino nero, laccato con sciroppo di carruba, il pan grattato, il formaggio, il pomodoro, gli aromi, il salame dello stesso maialino e accanto le patate alla cenere.
Nero anche il nome del vino, Nerobaronj dell’azienda Gulfi, nato in una vigna di tre ettari, a Pachino, in contrada Baroni. Storico cru che dimostra come possono essere diversi tra loro i Nero d’Avola siciliani. Questo ha note di grafite e frutti rossi, tabacco, sottobosco e vaniglia bourbon. Gran corpo, ma un’acidità che lo rende elegantissimo. Maialino nero e NeroBaronj: vera fratellanza di sapori.
«Pachino oggi nota per il pomodoro – sottolinea Salvo Foti, enologo di Gulfi – un tempo era sinonimo di Nero d’Avola. NeroBaronj cresce in un terreno calcareo, di un bianco abbagliante, con caratteristiche diversissime dall’altro Nero della vigna Bufaletti, che si trova al di là della strada. Un vitigno, il Nero d’Avola, che ha origine nel Siracusano e la cui diffusione nel resto della Sicilia risale a non più di quarant’anni anni fa.
Il nostro NeroBaronj, bio, piantato ad alberello, non irrigato e raccolto a mano, è un vino che per sua natura e per le condizioni estreme in cui vive, mostra una grande potenza, unita a un basso livello di tannini e un’acidità che gli donano una spiccata finezza».

Ciccio Sultano
mente pratica